Storia del regno Lombardo Veneto
Lombardo Veneto |
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Il congresso di Vienna del 1815 assegnò agli Asburgo parte dei territori settentrionali della penisola italiana, che avevano fatto parte del regno italico creato da Napoleone.
Gli Asburgo decisero che tali territori avrebbero costituito un regno distinto, con una certa autonomia ma comunque sotto il loro controllo. Tale regno comprendeva territori coincidenti con i vecchi ducati di Milano, di Mantova, con la repubblica di Venezia in aggiunta alla Valtellina, al Friuli e a piccole porzioni dello stato Pontificio e del ducato di Parma.
Il regno, inglobato quindi nell'impero austriaco, prese il nome di Lombardo Veneto. Al momento della sua nascita contava circa sei milioni di abitanti, sparsi in quasi 47.000 km², ed era diviso in due regioni, Lombardia e Veneto, a capitale delle quali furono poste rispettivamente Milano e Venezia. In ciascuna delle due città risiedeva un governatore, che rispondeva ad un viceré, al di sopra del quale stava l'imperatore, all'epoca Francesco Giuseppe. Le due regioni erano divise in province, controllate da un prefetto, ed ogni provincia era a sua volta suddivisa in distretti e comuni.
La giurisdizione era in tutto e per tutto identica a quella austriaca, così come l'amministrazione, efficiente ma sottoposta ad un forte controllo imperiale e priva di qualunque autonomia. La censura era una pratica diffusa. Il prelievo fiscale, decisamente pesante, fruttava buoni introiti all'Austria, ed impediva lo sviluppo economico del paese, il quale all'impero evidentemente non stava così a cuore.
La testimonianza del carattere tutto austriaco del regno ci è dato dai primi francobolli emessi per questo stato, identici ai primi francobolli d'Austria, che riportano lo stemma dell'impero, e dai quali si distinguono solo per la diversa moneta, il centesimo di lira anziché il kreuzer.
Il regno Lombardo Veneto conobbe un discreto benessere e lo sviluppo di attività industriali, ma ciò non servì ad evitare malcontento e ribellioni, alimentate dalla mancanza di qualsiasi autonomia politica; nel 1820 scoppiarono i moti liberali, alle quali il governo rispose con dure repressioni. Appartiene alla storia del Lombardo Veneto il processo a Silvio Pellico, a Federico Confalonieri e il martirio di Belfiore.
L'unità territoriale del regno venne mantenuta dopo le rivoluzioni del 1848 e restò intatta anche dopo la prima guerra d'indipendenza. Nel 1858 entrò in uso il fiorino austriaco al posto della lira austriaca; il passaggio interessò ovviamente anche i francobolli, col valore ora espresso in soldi (centesimi di fiorino).
Nel 1859, dopo la seconda guerra d'indipendenza, il regno di Sardegna annetté la Lombardia, ad esclusione del mantovano. Esistono francobolli - la terza e quarta emissione -, emessi tra il 1859 e il 1866, usati solo nel Veneto e nel mantovano, che mantengono tratti austriaci e che di lì a poco avrebbero perso la loro utilità, sparendo il regno nel quale avrebbero dovuto essere utilizzati.
Nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza, l'Austria perse anche il Veneto e il mantovano; i restanti territori dell'antico regno Lombardo Veneto, in pratica la Venezia Giulia, verranno annessi all'Italia dopo la prima guerra mondiale.
Va anche detto che il territorio corrispondente all'attuale Trentino Alto Adige faceva parte dell'Austria ma non del regno Lombardo Veneto; diventò territorio italiano nel 1918, insieme alla Venezia Giulia.