Donna nell'arte, 0,52 €
Articolo scritto da Giandri, tratto da http://home.giandri.altervista.org/giandri_0202_052CENT.html
Il soggetto
Entro elementi decorativi a cornice, costituiti dalle stilizzazioni della spiga di grano, del ramo di ulivo e del tralcio di vite che caratterizzano il ceppo mediterraneo delle origini della civiltà del Paese, è rappresentata l'immagine di una figura femminile nelle diverse epoche storiche. (dal decreto ministeriale 2 luglio 1998 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 157 dell'8 luglio 1998).
Il francobollo, con valore espresso solo in Lire, viene emesso l'8 luglio 1998: è disegnato da Antonello Ciaburro e raffigura il busto di "Costanza Buonarelli" di Gian Lorenzo Bernini, realizzato nel 1635 e conservato presso il Museo Nazionale del Bargello a Firenze.
I colori dichiarati dal decreto ministeriale sono: «figura femminile in azzurro, cornice in bruno aranciato», cui è da aggiungere, per il valore facciale e la legenda «Italia» il nero.
«La figura femminile e gli elementi decorativi sono realizzati con tecnica di stampa a "tratto"...»
«Il valore facciale e la legenda "Italia" sono posti in basso, rispettivamente a destra e a sinistra della vignetta (...) utilizzando il carattere "lapidario" con il quale tale legenda è incisa su una tavola bronzea romana, nota come "iscrizione di Ferentino" (101-102 a.C.), ritrovata sul Colle del Quirinale nel 1558 e attualmente conservata presso il Museo archeologico di Firenze.»
Il cartoncino di presentazione della prova del francobollo (assieme a quelle degli altri valori della serie) reca la data del 28 aprile 1998 e la firma del ministro delle Comunicazioni Antonio Maccanico sotto il timbro '«VISTO, SI APPROVA».
Le caratteristiche
Il francobollo è stampato in calcografia su carta fluorescente, filigranata con stelline a cinque punte disposte a tappeto su tutto il foglio, dentellatura 14 x 13, stando a quanto dichiarato dal decreto ministeriale, ma in realtà si tratta di una dentellatura a pettine 14¼ x 13¼.
I "dentelli" che circondano i lati del francobollo sono pertanto 18 x 20, cioè 18 "denti" sui lati corti (orizzontali) e 20 sui lati lunghi (verticali).
Il foglio è numerato sul bordo destro con un numeratore progressivo tipografico.
L'impiego
All'epoca dell'emissione il francobollo da 1000 lire non assolveva da solo ad alcuna tariffa, tuttavia era un comodo taglio "tondo" utile per altre combinazioni tariffarie.
Seconda emissione in doppia valuta
Nell'ambito del processo di integrazione monetaria europea lo stesso francobollo viene riemesso il 28 gennaio 1999 con l'indicazione delle due monete: Lira ed Euro.
Il decreto ministeriale 6 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 139 del 16 giugno dello stesso anno, per il francobollo da 1000 lire stampato dopo il 1° gennaio 1999 stabilisce che, «ferme restando tutte le altre caratteristiche», dovrà recare l'indicazione del controvalore in Euro, precisamente € 0,52. Inoltre «sul lato sinistro della cimosa di ciascun foglio che raccoglie i francobolli è riportato il valore del foglio con l'indicazione del controvalore in Euro e precisamente: (...) per il valore di L. 100.000 - euro 51,65».
E' curioso notare che, per effetto delle regole sugli arrotondamenti, una volta entrato in vigore l'Euro il 1° gennaio 2002, risultava più conveniente acquistare un foglio intero di cento francobolli (€ 51,65) piuttosto che i cento francobolli separati (€ 52,00).
Una donna "perforata" ("perfin")
Quando ancora non esistevano le affrancatrici aziendali con conto corrente aperto presso le Poste (quelle che imprimono le cosiddette "rosse") il francobollo era l'unico modo per rendere franca la corrispondenza.
Le aziende, per provvedere celermente alla spedizione delle proprie lettere, dovevano disporre di una certa scorta di valori bollati (non solo francobolli, che è il caso che ci interessa, ma anche marche da bollo).
È evidente che tali scorte di francobolli potevano attirare l'attenzione di qualche impiegato infedele. Così per impedirne la sottrazione e la rivendita a terzi da parte di qualche ladruncolo, le aziende penarono di "marchiare" in qualche modo i propri francobolli.
In Inghilterra dapprima c'era la possibilità di intestare a stampa il retro dei francobolli, prima dell'operazione di gommatura. Era un'operazione costosa.
Fu, pare, un certo Joseph Sloper a proporre per primo nel 1862 il sistema di perforare cifre, lettere, fregi, direttamente sul francobollo, in modo che risultasse evidente chi era il proprietario del valore bollato.
I francobolli così perforati, con sigle, cifre o disegni, sono chiamati nel mondo filatelico "perfin" (dalla locuzione inglese "perforated in").
Questo sistema venne ammesso in Italia nel 1882: era necessaria un'apposita autorizzazione. Poi, nel 1889, venne reso possibile senza particolari atti di concessione dall'articolo 32 del Regolamento postale, che permetteva di «riprodurre colla traforatura le iniziali dei nomi e cognomi dei mittenti, o determinate cifra, che non superino in grandezza il terzo della dimensione dei francobolli».
Il sistema andò in declino con l'avanzare e l'affermarsi delle affrancatrici meccaniche aziendali, poi con il diffondersi delle spedizioni in abbonamento postale e con altri mezzi di pagamento della tariffa postale.
Tuttavia i "perfin" fecero a tempo di sopravvivere almeno fino all'entrata in vigore della serie ordinaria "La donna nell'arte", come testimonia questo esemplare del 1.000 Lire con Costanza Buonarelli "traforata" con le iniziali «C.I» del Credito Italiano (esemplare della collezione di Giuseppe Cirneco che gentilmente ha concesso l'utilizzo dell'immagine).
Curiosità ed anomalie
Infiltrazioni di colore
Prima di tutto è da segnalare che il particolare metodo di stampa calcografica ha dato luogo a vari difetti di stampa occasionali in entrambe le versioni (valore solo in Lire o con l'indicazione della doppia valuta).
Quelle più comuni e frequenti sono riconducibili ad infiltrazioni anomale di colore in un'area diversa da quella dove doveva essere presente ed a falle di colore per difetto o scarsità d'inchiostrazione.
A dimostrazione della frequenza con cui si possono trovare queste anomalie, in questo frammento di dieci esemplari del 1000 lire in doppia valuta, ben sette presentano difetti di inchiostrazione.
Lo ha mostrato occio, un iscritto al Forum di Filatelia e Francobolli.
Dei sette esemplari con qualche anomalia, due presentano infiltrazioni del bruno aranciato della cornice nel nero della parola "ITALIA" ed anche infiltrazioni dell'azzurro del volto della Primavera nell'indicazione del valore, gli altri cinque presentano solo l'infiltrazione dell'azzurro nel valore in Euro; ci sono poi minori difetti, come l'evanescenza di alcune lettere nella scritta "in ditta".
In tutti i casi si tratta di una scarsa o parziale inchiostrazione del nero su cui hanno preso il sopravvento l'azzurro (nel valore) ed il bruno aranciato (nella parola "ITALIA".
Dentellatura spostata
Per questo francobollo sono noti spostamenti di dentellatura anche significativi.
Quelli mostrati fanno parte della seconda emissione del 1999, con valore indicato in Lire ed in Euro.
A sinistra una quartina che faceva parte di un foglio venduto normalmente da una tabaccheria di Venezia. Qui sotto uno spostamento sicuramente più significativo apparso sul mercato collezionistico.
È francamente da dubitare che sia stato regolarmente posto in distribuzione e vendita o piuttosto che non facesse parte di fogli difettosi che, anziché essere distrutti o inceneriti, siano stati sottratti fraudolentemente dalla linea di produzione del Poligrafico o dal cassone degli scarti di lavorazione.
Articolo scritto da Giandri, tratto da http://home.giandri.altervista.org/giandri_0202_052CENT.html