Parametri di valutazione per un francobollo usato
Premettiamo subito che un francobollo, per concorrere ad essere valutato secondo quanto indicano i cataloghi e questo stesso sito, deve essere integro; significa che tutti i dentelli devono essere “a posto”, anche quelli d’angolo, che la carta non deve avere assottigliamenti o strappi o abrasioni o tagli, che non deve presentare macchie o ingiallimenti o segni diversi da quelli della stampa e dell’annullo; per i francobolli usati la linguella non rappresenta un fattore di svalutazione.
I francobolli recenti
Se collezionate francobolli recenti o comunque della repubblica italiana, non vi dovete preoccupare troppo dell’annullo, poiché non ci sono grosse differenze di valore tra i vari tipi di bolli utilizzati.
Uno degli aspetti più considerati è la “pesantezza” del timbro, che può deturpare in diversa misura il francobollo e nasconderne la vignetta; è evidente che il francobollo a sinistra è preferibile a quello a destra, anche soltanto per riconoscerlo.
Di solito i commercianti specificano che le loro offerte di francobolli usati consistono in “francobolli con annullo leggero non deturpante”, a garantire che i pezzi che andrete a comprare saranno d’ottima qualità anche nell’annullamento.
Altro aspetto, che potrebbe non interessare tutti i collezionisti, è la questione degli annulli filatelici, o annulli all’origine. Si tratta di francobolli che non hanno mai viaggiato su corrispondenza, ma che sono stati timbrati all’ufficio postale, quasi sempre con un bollo filatelico; molte volte questi francobolli sono ancora gommati – se non lo sono è perché qualcuno li ha lavati – e spesso sono alti valori, perché difficili da trovare effettivamente viaggiati. Sta ad ognuno decidere se collezionare o meno questi oggetti: se per “usato” intendete “timbrato”, questo problema non vi riguarda; se invece intendete “passato per posta”, allora scartate questi esemplari.
Nota: un francobollo che ha annullo filatelico può anche aver viaggiato; è il caso della corrispondenza degli uffici postali filatelici diretta a collezionisti e a chi acquista prodotti filatelici.
Del tutto simili agli annulli filatelici sono gli annulli di favore e gli annulli postumi: si tratta di bolli applicati da uffici postali unicamente a scopo filatelico, anche in periodi notevolmente successivi all’emissione; sono stimati notevolmente meno degli annulli originali.
È il caso di francobolli che, usati, valgono più dei nuovi; ci sono moltissimi esempi di questo tipo per il regno, mentre per la repubblica il caso celebre è l’emissione del 1951 detta “ginnici”: l’usato originale è notevolmente raro e ricercato, mentre l’usato di favore vale meno del 10%.
Per i francobolli del primo periodo della repubblica diventa importante anche l’annullo singolo, che, se applicato a francobolli di media o alta rarità, risulta preferibile ad annulli multipli.
L’annullo circolare è un altro fattore di preferenza per alcuni collezionisti, che scelgono francobolli che rechino in chiaro la data d’uso e, possibilmente, anche la città di provenienza.
Regno e colonie
Andiamo ora indietro nel tempo ed entriamo nel periodo del regno. In quest’area conta molto il francobollo ancora applicato su busta, nel qual caso il bollo può fare la differenza, anche in modo notevole; è quindi sconsigliato staccarlo per metterlo nel raccoglitore, anche se non collezionate storia postale. In linea generale, evitate di staccare francobolli applicati su corrispondenza che abbia più di 25 anni.
Come già detto in precedenza, per molte serie del regno l’annullo originale è un fattore di rarità e, quindi, può essere preferibile – se non necessario – ripiegare su francobolli con bolli postumi. Molti cataloghi quotano anche questi pezzi, che valgono sempre molto poco, al livello del nuovo linguellato.
Nel valutare i francobolli usati del regno dovete considerare anche la centratura della vignetta: il prezzo dei cataloghi si riferisce sempre ad esemplari di buona od ottima centratura; poiché è facile trovare francobolli decentrati – cioè con la dentellatura che intacca il disegno – sappiate che questi valgono dal 25% al 75% di meno, a seconda dell’importanza del decentramento.
Gli annulli possono essere utili per riconoscere un’emissione o per scovare un falso: i francobolli di Vittorio Emanuele II denominati “De La Rue” esistono in due tirature diverse, una delle quali (Torino) è meno rara e facilmente riconoscibile, almeno per gli usati, che hanno sempre l’annullo numerale e mai l’annullo a doppio cerchio.