Tipografia

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La stampa tipografica è quella che si effettua con matrice a rilievo, ossia ottenuta direttamente da caratteri tipografici (composti a mano o meccanicamente) e da cliché.

Tipografia in piano
Tipografia in rotativa

Le macchine per effettuare la stampa tipografica sono di diversi tipi:

  • macchina a platina, in cui la pressione si esercita mediante l’avvicinamento di due piani
  • macchina plano-cilindrica, in cui la pressione è effettuata da un cilindro che porta il foglio sulla forma piana che si muove in moto alternativo
  • macchina rotativa, in cui la pressione è effettuata mediante un cilindro che tocca un altro cilindro sul quale è montata la matrice, precedentemente trasformata da piana in cilindrica

L’invenzione della stampa tipografica non è databile; già i romani usavano contrassegnare le stoffe con rudimentali punzoni in legno e presumibilmente i cinesi utilizzavano tavolette incise con la parte stampante a rilievo, intorno all’VIII secolo d.C. In Europa, l’adozione sistematica di questa tecnica data intorno al XIII secolo d.C., per la stampa di illustrazioni di soggetto religioso e di brevi testi.

Poiché le tavolette sono incise nel legno il sistema viene detto xilografico. Il sistema tipografico si basa sullo stesso principio, salvo che per la matrice, costituita da caratteri o da segni mobili generalmente costruiti in metallo.

Ne è inventore Johann Gutenberg, che nel 1445 compone il primo libro, la “Bibbia”, utilizzando caratteri mobili.

La stampa avviene per mezzo di un comune torchio, già in uso per la stampa di tavolette xilografiche.

Il nuovo sistema di scrittura artificiale si diffonde rapidamente: in poco più di vent’anni in tutta Europa sorgono stamperie per la produzione di libri e officine per l’incisione di nuovi caratteri, alcune delle quali diventeranno famose. Nei secoli successivi il sistema si diffonde capillarmente; per far fronte alle richieste di una maggiore produzione, vengono meglio organizzate le strutture di distribuzione.

Il miglioramento della qualità è costante, anche se le tecniche rimangono sostanzialmente uguali sino alla fine del secolo XVIII. L’avvento della rivoluzione industriale con l’introduzione di macchine automatiche o semi automatiche in tutti i settori della produzione modifica le tecniche e l’organizzazione del lavoro.

Il torchio plano-cilindrico, la riproduzione delle illustrazioni attraverso l’ausilio delle tecniche fotografiche e l’invenzione della linotype sviluppano, nel secolo XIX, il settore della comunicazione stampata a livelli compatibili con le richieste che interessano, in Europa, la maggior parte della popolazione.

Nella seconda metà del XX secolo si compie un cambiamento paragonabile a quello di Gutenberg: il sistema tipografico viene via via abbandonato a favore dei sistemi offset e rotocalco che, con l’introduzione dell’elettronica, si dimostrano, per qualità e per rapidità operativa, più adatti alle esigenze dei nuovi tempi.

Realizzate le matrici si può procedere alla stampa su fogli, in due modi: con macchine piane o con la rotativa.

Nelle macchine piane la matrice viene montata su telaio, inchiostrata da un apposito rullo e quindi pressata contro un foglio di carta.

Nella stampa a rotativa la matrice viene montata su un cilindro, inchiostrata da un apposito rullo e premuta contro la carta che si srotola da grosse bobine. Il rotolo viene poi tagliato in pagine.