Filologia e filatelia, repubblica

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Articolo di Angelo Luceri, tratto da Divus Angelus http://www.divusangelus.it/filatelia/filatelia.htm

"Il francobollo è propagatore di notizie, legame tra famiglie lontane, messaggero tra gli amici, conforto nella solitudine, veicolo di commercio e d’industria, elemento di progresso umano, promotore di fraternità, di pace, di buona volontà fra gli uomini e le nazioni"

(da un’iscrizione del palazzo delle poste di Washington).

Catullo

Caduto il regime e instaurata la Repubblica, l’ammirazione per i classici non venne meno, anche se sceverata dall’uso propagandistico che se ne era fatto sino ad allora. Cambiarono i tempi ma non gli errori: la prima emissione della nascente Repubblica Italiana dedicata ad un personaggio classico è quella commemorativa del bimillenario della morte di G. Valerio Catullo.

La scelta di ricordarlo nel 1949 appare assolutamente inspiegabile, se si considera che la tradizione più accreditata pone la morte del grande poeta veronese intorno al 54 a. C. Nella vignetta Catullo è rappresentato in un busto del XV sec. hedera iuvenalia cinctus tempora (come lo descrive Ovidio in Am. 3, 9, 61), intento a guardare la sua Verona da un arco del teatro romano. Sullo sfondo si riconosce il ponte sull’Adige, costruito come l’arena in età augustea e quindi, con evidente anacronismo, mai visto dal poeta.

Forse la stridente aporìa cronologica ha una sua ragione: il bozzettista ha voluto rappresentare il ponte così com’era prima della distruzione avvenuta nel periodo bellico, per sottolineare lo sforzo dell’italico valore nella sua faticosa ricostruzione[1].

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Ovidio e Cicerone

Nel 1957 venivano compiuti ancora due errori di calcolo con la celebrazione "anticipata" del bimillenario della nascita di Ovidio e della morte di Cicerone (43 a. C.): nel valore dedicato al grande poeta augusteo, sotto il ritratto compare la criptica sigla SMPE, acrostico formato dalle iniziali dell’emistichio di Tristia 4, 10, 3 Sulmo mihi patria est, nonché motto nello stemma civico di Sulmona, città natale dell’autore delle "Metamorfosi": un mistero che pochi, affrancando una lettera, riuscirono allora a comprendere. Nel francobollo dedicato a Cicerone, l’illustre oratore è presentato invece in uno dei più noti ritratti conservatici, quello del busto di età augustea oggi ai Musei Capitolini di Roma.

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Anno mondiale del rifugiato

Per ritrovare dei soggetti classici bisogna comunque giungere al 7 aprile 1960[2], quando in occasione dell’"Anno mondiale del rifugiato" le Poste Italiane celebrano la fuga di Enea, con un particolare tratto dall’affresco intitolato "L’incendio di borgo" (Stanze di Raffaello, Musei Vaticani), in cui l’eroe troiano è dipinto con Anchise sulle spalle ed accanto il piccolo Ascanio.

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Anni '60 e '70

Finalmente esente da errori è il francobollo, emesso il 27/5/1961, che commemora il XIX centenario della nascita di Plinio il Giovane (61 d. C.), presentato da una statua attribuita ad Amuzio da Lurago, che lo raffigura sulla facciata del duomo di Como.

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Nello stesso anno, con la celebrazione del XIX centenario dell’arrivo di S. Paolo a Roma (bellissima la miniatura della Bibbia di Bors o d’Este che ne costituisce il soggetto) viene commemorato dalle Poste Italiane il primo personaggio cristiano [19], mentre il 21 settembre 1974 viene correttamente celebrato il bimillenario della morte di Varrone Reatino (avvenuta nel 27 a. C.); le parole che compongono l’immaginaria lapide Legendo autem scribendo vitam procudito (bellissimo precetto in cui Varrone sembra riassumere in maniera sintetica quella che fu la sua vita) sono tratte dalle "Satire Menippee" (554), per quanto ancora una volta il bozzettista non abbia ritenuto conveniente specificarlo, probabilmente per ragioni di spazio.

Il 9 giugno 1979, in occasione del 70° Congresso mondiale del Rotary a Roma, viene celebrato di nuovo Enea, quale simbolo di quella pietas che costituisce uno dei valori fondamentali nello statuto dell’associazione internazionale fondata nel 1905.

Virgilio

Due anni dopo, al centro dell’attenzione è nuovamente Virgilio, il cui bimillenario della morte (19 a. C.) viene celebrato ancora una volta nell’anno sbagliato [20]: a cadere nell’errore sono per prime le Poste Vaticane con l’emissione del 23 aprile 1981 (il poeta dell’Eneide è l’unico personaggio del mondo pagano che viene celebrato dallo Stato Pontificio!) in cui compare un presunto ritratto del poeta con accanto il pluteo scrittorio, presente in uno dei più famosi codici virgiliani del V sec. (Vat. Lat. 3862, f. 2)

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Il 10 luglio dello stesso anno anche le poste di San Marino dedicano al vate latino un bellissimo trittico che illustra i temi della sua poesia, con le parole finali del distico che la tradizione vuole da lui stesso dettato: Cecini pascua, rura, duces (Donat. Vita Vergilii rr. 136-40 Hardie, Prob. rr. 16 sgg.).

In ultimo (e sempre erroneamente nel 1981) le Poste Italiane hanno celebrato la ricorrenza con un’elegante emissione (19 settembre) riproducente il ritratto del poeta dal mosaico di Treviri del IV sec. d. C. Una curiosità: cinquant’anni prima la stessa immagine era stata testimonial del bimillenario della nascita sul frontespizio del Suppl. n. 49 (Natale 1930 / Capodanno 1931) a "L’illustrazione italiana", periodico in cui tutta la cultura accademica dell’epoca tirava le somme di quella fastosa rievocazione.

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Orazio

Nel 1993 le Poste sanmarinesi ricordano Orazio esattamente a duemila anni dalla morte con un valore in cui il poeta latino viene caricaturalmente ritratto nell’atto di comporre un carmen.

Pur con le attenuanti che si possono concedere ad un’interpretazione satirica da parte del vignettista moderno, alcuni particolari denunciano la completa ignoranza di una basilare conoscenza paleografica: il testo che nella figura si scorge sul rotolo ai piedi del ridente poeta appare infatti scritto non già parallelamente al lato lungo ma perpendicolarmente ad esso, secondo una procedura ignota al mondo classico, e tipica invece dei rotoli contenenti gli Exultet, i canti in lode del cero pasquale che inaugurarono la pratica di scrivere in tale senso solo a partire dal IV sec. d. C.

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La fondazione di Roma

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Per chiudere in maniera "conveniente" questo lungo esame non si può non accennare all’ennesimo caso di errore di calcolo: il 21/4/1997 è stato infatti celebrato dalle Poste Italiane il 2750° anniversario della fondazione di Roma, il che ci fa credere che la pubblica amministrazione abbia sbagliato il conto a partire dal computo varroniano (cioè dal 753 a. C.), piuttosto che indovinarlo in base al calcolo ciceroniano che poneva l’anno di fondazione al 754 a. C.

Intendiamoci, ogni svista avrà avuto una sua involontaria genesi e siamo convinti che i primi a dolersene siano stati proprio i responsabili delle varie amministrazioni, le quali più di una volta di fronte ad opere e soggetti classici che hanno fatto capolino tra le numerose emissioni di Italia, Vaticano e San Marino, hanno invece prodotto valori sia stilisticamente che filologicamente perfetti[3].

Possiamo concludere: in quell’affascinante album che attraverso i valori dedicati al mondo classico ci fa ripercorrere più di due millenni della nostra cultura, non sempre dell’antichità ci è stata data un’immagine esente da sfocature, tanto che possiamo ritenere, se ci è concessa la facile lepidezza, che spesso la filatelia non "ha fatto i conti" con la filologia.

Il lettore avveduto, e forse poco romantico, sorriderà al pensiero che nell’epoca dell'e-mail anche i francobolli saranno destinati a sparire; ci consenta però di sperare che, almeno fin quando la rivoluzione telematica non avrà avuto il suo corso, l’errore e la piccola impostura non accompagnino più gli "insignificanti"[4] pezzetti di carta filigranata che, affrancando le lettere, ogni giorno fanno ancora volare affari, ansie, ed amori di tutti.

Articolo di Angelo Luceri, tratto da Divus Angelus http://www.divusangelus.it/filatelia/filatelia.htm

Voci correlate

Note

  1. Questa si concluse solo nel 1958 a differenza di quella del ponte di Santa Trinità a Firenze, celebrata con un valore emesso nello stesso giorno di quello dedicato a Catullo, il 19 settembre 1949.
  2. A parte va considerata la serie "pre-olimpica" del 23/6/1959 e quella commemorativa dei Giochi del 1960, in cui compaiono note vestigia del passato come l’Arco di Costantino, la basilica di Massenzio, il discobolo di Mirone, l’Apoxiomenos di Lisippo, ecc.
  3. Per completezza sarà il caso di ricordare in ordine cronologico: 1) Il val. da L. 25 emesso dalla Repubblica Italiana (31/10/1951) in occasione del IX Censimento generale della popolazione, in cui compare un bel bassorilievo romano. 2) Le bellissime serie dedicate dalla Repubblica del Titano all’arte etrusca (16/6/1971 e 20/2/1975). 3) Il valore emesso sempre da San Marino in occasione della XV Mostra del francobollo Europa, in cui il soggetto è una straordinaria Testa di Afrodite del V sec. a. C. 4) I due valori del 9/9/1981 che l’Italia ha dedicato alle due statue di guerrieri greci del V sec. a. C. conservate al Museo di Reggio Calabria e meglio note come "Bronzi di Riace". 5) Alcune emissioni che nelle varie serie turistiche miranti a valorizzare il patrimonio artistico dell’Italia hanno avuto come soggetto luoghi ed opere del mondo antico di grande valore culturale (i Templi di Agrigento, il teatro di Siracusa, Pompei, Venosa, i mosaici pavimentati della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina presso Enna, le Mura Timoleontee di Gela, i tesori dei musei archeologici e degli archivi nazionali, le opere della scultura etrusca, la tomba di Cicerone a Formia ecc.). 6) I foglietti che le Poste della Città del Vaticano hanno dedicato in più fasi agli oggetti esposti nelle Collezioni Vaticane, veri e propri gioielli della cultura classica. 7) La straordinaria emissione del 23/4/1997 dal titolo "Vedere i classici" con cui le Poste Vaticane hanno celebrato la mostra di codici Vaticani dalle affascinanti miniature (quattro stupendi valori in cui sono riprodotte pagine miniate del De historia animalium di Aristotele, delle Metamorfosi di Ovidio, dell’Iliade di Omero, degli Ab urbe condita libri di Tito Livio e, in un unico foglietto, delle sei commedie di Terenzio).
  4. In realtà il 25/6/1997 un deputato ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Poste e Telecomunicazioni proprio per un presunto errore trovato in un francobollo emesso nel giugno dello stesso anno: nel valore compare infatti la scritta: "Chi vuol far l’altrui mestiere fa la zuppa nel pianere", con un evidente scarto nella rima "mestiere / paniere" che a molti è sembrato rendere incomprensibile il vecchio adagio. Il Ministero ha precisato a quanti rilevavano l’errore che il termine "pianere" si trova in una raccolta di proverbi toscani e che il soggetto in questione riproduce fedelmente una stampa custodita presso il Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma. Restano i dubbi sul perché in una serie dedicata all’Europa si sia fatto ricorso a un termine non rinvenibile in alcuno dei più autorevoli e accreditati vocabolari italiani e dialettali. Se è stato necessario l’intervento del Parlamento, a quanto pare la questione filatelica è un vero e proprio...affare di Stato.