Storia postale del regno Lombardo Veneto

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Lombardo Veneto
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"Costola" dell'impero d'Austria, il regno Lombardo Veneto conosce per prima i francobolli proprio in virtù del loro inserimento in terra d'Austria.

Oggi possiamo collezionare francobolli del Lombardo Veneto - quindi italiani almeno dal punto di vista del territorio d'uso - e non austriaci - perché tale regno godeva di autonomia amministrativa ed utilizzava una moneta diversa, la lira divisa in cento centesimi anzichè la lira divisa in venti kreuzer (detti anche carantani).

Ecco così il francobollo in centesimi stampato a Vienna insieme a quello in kreuzer ed utilizzato a partire da giugno 1850, in anticipo di sette mesi sui primi francobolli sardi.

1850 - la prima emissione

La storia degli uomini influisce sempre sulla storia dei francobolli, ma la prima serie del Lombardo Veneto ha la fortuna di vivere in un periodo tranquillo: valida fino al tutto il 1858, per un pelo non vede il cambio di moneta e la seconda guerra d'indipendenza.

Nonostante questo, essa resta la serie più interessante, almeno dal punto di vista tecnico. Otto anni di validità sono tanti per lo stesso tipo di francobolli, e nel 1850 le tecniche di realizzazione sono suscettibili di molti miglioramenti, che provocano lievi difformità tra gli stessi esemplari stampati in anni diversi.

Tipi diversi, carta a mano o a macchina, costolatura, vergatura sono le differenze principali.

Falsi e frodi

La falsificazione dei francobolli era un'attività diffusa un po' in tutto il mondo e avrebbe continuato a produrre imitazioni per molti anni.

La prima emissione del Lombardo Veneto viene riprodotta illegalmente a Verona e a Milano, con scarso successo nel primo caso, finito con l'arresto del falsario e con il sequestro di numerosi esemplari, oggi presenti sul mercato filatelico allo stato di nuovi.

Il falsario di Milano non viene invece scoperto e i suoi falsi, molto simili agli originali, si conoscono solo allo stato di usati.

Diverso il discorso delle frodi postali, che comprende l'uso delle marche da bollo su corrispondenza, carte valori perfettamente valide ma destinate ad un diverso uso che danneggia l'amministrazione postale.

Bolli rari e meno rari

Anche i metodi per annullare i francobolli cambiano, a testimoniare la ricerca del modo migliore di ottenere un'impronta nitida, che non possa venir cancellata e che serva da indicazione della provenienza e del giorno di spedizione.

Alcuni degli annulli in uso sono quelli dell'epoca antecedente l'introduzione dei francobolli, chiamati quindi bolli prefilatelici.

Altri recano l'indicazione di luogo e data in varie fogge, circolari o lineari e con molte varianti.

Gli annulli più interessanti e rari sono quelli muti, chiamati così perché hanno il solo scopo di annullare i francobolli senza fornire alcuna indicazione aggiuntiva; il luogo e la data sono indicati con un timbro apposto sulla busta. Ne esistono di vari tipi, alcuni molto rari.

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Il francobollo sui giornali

Come se non bastasse usare francobolli austriaci un po' modificati in territorio italiano, l'amministrazione postale di Vienna decide, nel 1853, di introdurre il francobollo per giornali, mantenendo lo stesso soggetto per tutti i suoi territori.

Come la prima emissione ordinaria quindi, con la differenza che non ha l'indicazione del valore, così, per distinguere quelli usati in Austria da quelli usati nel Lombardo Veneto, si deve studiare l'annullo.

Tutti i francobolli di questo tipo, stampati fino al 1863 in vari soggetti, mantengono questa peculiare caratteristica.

Altra particolarità del Lombardo Veneto è l'uso dei segnatasse per giornali, di natura fiscale e molto criticata: in sostanza il suo scopo, che riconosce all'impero un corrispettivo per ogni giornale proveniente dall'estero, è impedire il diffondersi dell'informazione.

Il fiorino al posto della lira

Il 31 ottobre 1858 finisce il corso di validità della lira, con conseguente perdita di valore dei francobolli della prima emissione, tollerati fino a tutto dicembre.

I nuovi francobolli continuano ad essere a soggetto austriaco con differente valuta, il soldo (100 soldi equivalgono ad un fiorino); la novità è rappresentata dalla dentellatura.

Questa serie ha vita breve, almeno in Lombardia, dove sono fuori corso già a fine giugno 1859, in seguito all'occupazione da parte delle truppe sarde.

Il passaggio dalla prima alla seconda emissione avviene bruscamente e non si hanno molte lettere con affrancature miste, perché gli arrotondamenti previsti dalle poste per il passaggio dalla lira al fiorino consentono di risparmiare qualche spicciolo usando i nuovi francobolli.

Meno interessante dal punto di vista tecnico, va segnalato qualche ritocco nel disegno nel corso degli anni e la ristampa del valore da 3 soldi in verde anziché in nero, allo scopo di rendere facilmente visibile l'annullo.

Il regno dimezzato

La seconda guerra d'indipendenza fa perdere al regno Lombardo Veneto quasi tutta la Lombardia, ad eccezione del mantovano; da questo momento si parla quindi di "mantovano e Veneto" e i francobolli usati continuano ad essere austriaci in valuta italiana.