Differenze tra le versioni di "Olimpiadi estive Atlanta 1996"
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Versione attuale delle 15:37, 27 nov 2008
Dal bollettino illustrativo n.20 del 1996
L’emissione di quattro francobolli dedicati al centenario delle olimpiadi moderne rappresenta un omaggio non solo allo sport italiano, che ha partecipato a tutte le edizioni olimpiche, a partire dalla prima del 1896 ad Atene, e un riconoscimento dei principi che ispirano l’olimpismo.
L’idea olimpica, a cento anni dalla rinascita delle olimpiadi, è più che mai viva in tutto il mondo.
Lo testimonia il congresso olimpico del centenario, svoltosi a Parigi dal 29 agosto al 3 settembre 1994 con la partecipazione di tutte le componenti del movimento olimpico mondiale. Alla fine del congresso i partecipanti, avendo constatato che il movimento olimpico è più unito che mai, hanno voluto aggiungere al titolo originario la dizione di “congresso dell’unità”.
Lo testimonia il numero record di paesi – 197 – che parteciperanno alle olimpiadi di Atlanta.
Lo testimonia l’attenzione dell’ONU, anzi il riconoscimento che esso fa del ruolo internazionalista a favore della pace svolto dall’olimpismo. Infatti per ben due volte – in occasione dei giochi invernali di Lillehammer nel ’94 ed oggi per le olimpiadi di Atlanta – ha proclamato la “tregua olimpica” invitando i paesi membri ad astenersi da ogni conflitto in occasione dei giochi.
Il movimento olimpico assume ed esalta dello sport soprattutto i valori che riguardano i rapporti tra le persone e le relazioni tra i popoli: la lealtà, la comprensione e il rispetto reciproci, l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, la pace.
Sotto questo profilo, è incalcolabile il contributo che il movimento olimpico, nei suoi cento anni di vita, ha recato alla migliore comprensione tra gli uomini di ogni razza e nazione, alla distensione e alla pacificazione internazionale.
Certo l’olimpismo agisce sul piano della cultura e dell’etica, perciò la sua azione è meno appariscente e più silenziosa di quella che caratterizza le relazioni politiche e commerciali.
L’universalità del movimento olimpico e delle olimpiadi quadriennali realizza già quell’esperienza del mondo come “villaggio globale”, che il nostro pianeta faticosamente e tra mille contraddizioni si sforza di costruire grazie alle facilitazioni che la tecnologia ha introdotto negli scambi e nelle comunicazioni.
Occorre intensificare i contratti nel nome dello sport e dell’olimpismo, bisogna assumere iniziative positive e coraggiose – come quella del ripristino della “tregua olimpica” – e, soprattutto, occorre operare con rinnovata intensità sul fronte etico della pratica sportiva, diffondendo con intransigenza e promuovendo con forza l’autenticità ideale e la purezza morale dello sport.
Nel futuro del mondo che sta per varcare la soglia del duemila, il movimento olimpico avrà ancora un posto di primo piano e un ruolo eccezionale nella costruzione e nel mantenimento delle intese e dei rapporti di amicizia tra i popoli, se saprà rendere visibile e far valere la forza trainante dei valori dello sport e l’esemplarità contagiosa delle sue pacifiche attività.