La fluorescenza nei francobolli italiani fino al 1968

Da IBolli Wiki.
Versione del 13 nov 2008 alle 23:54 di Ibollisysop (discussione | contributi)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Fluorescenza
Analisi in ultravioletto
Fluorescenza
Utilizzo pratico della fluorescenza
Ricerca della fluorescenza
Nei francobolli italiani - 2 - 3
Fluoro tipo1.gif
File:Fluoro comp sira.jpg
Siracusana ruota, comparazione tra due esemplari in ultravioletto (verso e recto) e in visibile. È visibile la leggera fluorescenza del francobollo a destra

I francobolli italiani sono passati attraverso due fasi di fluorescenza che hanno dato origine a due tipi principali: la fluorescenza della carta (dal 1968) e la fluorescenza della patina o della vernice superficiale (dal 1980); entrambi i tipi esistono ancora oggi, secondo un uso, che sembra consolidato, di usare per i commemorativi il metodo della patina o della verniciatura, e per gli ordinari quello della pasta; i motivi di tale scelta verranno spiegati più avanti. Prima dei due tipi citati si deve però parlare di un terzo, che nella descrizione cronologica prende il primo posto…

Inchiostro fluorescente

Si, perché prima che le poste decidessero ufficialmente di adottare la fluorescenza della carta, da sottolineare della carta, esistevano già francobolli con questa caratteristica, presente però negli inchiostri di stampa. La loro qualità principale è di essere tutti di colore rosso o simile (con tutti i toni che vanno dall'arancio al viola) e di avere tutti una fluorescenza rossa.

Questo tipo spesso non salta all'occhio perché si tratta di una fluorescenza debole, vale quindi il consiglio di confrontare i pezzi tra di loro; la colorazione che assumono è sempre rossa mediamente brillante e corrisponde sempre e solo alle parti stampate.

Fluoro rossa imperiale.jpg

Esistono esemplari di questo tipo della luogotenenza e della repubblica sociale (20 c. di Novara e 20 c. monumenti distrutti della seconda serie) ma anche altri della repubblica che non dovrebbero essere fluorescenti (anteriori cioè al 1968), compresi i servizi (che fluorescenti non lo dovrebbero essere in assoluto).

Inchiostri rossi.jpg

Occasionalmente è possibile trovare questo tipo in pezzi più recenti, quindi su carta fluorescente e policromi; in questi casi la fluorescenza è limitata ai soli colori stampati in rosso, con un certo alone ai bordi. Guardate con attenzione i francobolli degli anni '80 con parti della vignetta rossa. Il motivo di tale presenza potrebbe essere il rafforzamento dei colori.

Non si conoscono i motivi per cui, nel lontano 1944, si decise di tentare la via della fluorescenza. È possibile che si sia trattato di un evento casuale, provocato dall'uso di un inchiostro particolare non volutamente fluorescente, così come è invece possibile che si sperimentassero già in quegli anni nuove tecniche.

Sono al contrario certi i motivi per cui la fluorescenza non venne mai regolarmente applicata agli inchiostri, e sono legati alla sicurezza degli impianti di stampa. Gli additivi che portano la fluorescenza sono nocivi e spesso esistono sotto forma di polveri, è quindi impensabile mettere queste sostanze a contatto con l'uomo per lungo tempo, come accade nelle stamperie con gli inchiostri.

Voci correlate