Gli errori nei francobolli

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Il francobollo è un oggetto che vuole celebrare personaggi importanti, commemorare avvenimenti storici, ricordare opere d'arte e oggetti del patrimonio artistico. L'oggetto rappresentato tra i dentelli è, quindi, nella maggior parte dei casi, un qualcosa del passato, riletto e ripresentato in chiave contemporanea, in modo graficamente piacevole ed efficace.

Proprio per questo è capitato di commettere errori nel raffigurare tali oggetti: anacronismi, imprecisioni e distrazioni hanno riempito alcune tra le pagine più curiose della filatelia.

Volendo essere pignoli (e critici) potremmo dire che il francobollo è una carta valore, un oggetto che si decide di stampare soltanto dopo attente valutazioni e controlli da parte di esperti, che richiede un decreto ministeriale e che viene "annunciato" con largo anticipo da parte delle Poste; non è, cioè, un pezzettino di carta pasticciato tanto per fare, ma un oggetto curato che, in quanto tale, non dovrebbe contenere errori.

Ma, si sa, errare è umano e su più di 3000 diversi francobolli stampati - solo restando in Italia - qualche svarione può capitare; a volte, da qualcuno di questi svarioni può nascere una storia interessante.


Lire o Lira?

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Il problema è di tipo linguistico: è facile e intuitivo declinare il termine "lira" quando si trova dopo il valore facciale: una lira, tre lire ecc.

Quando però tale termine viene posto prima del valore, soprattutto se espresso in lettere, può nascere qualche incertezza per il singolare, incertezza che non dovrebbe avere chi disegna e manda in stampa i francobolli: si scrive sempre al plurale: "lire una", "lire tre" ecc.

In alcuni francobolli del regno, si può trovare proprio questo errore: lira una, anziché lire una. Ad esempio, nel francobollo da una lira del 1923, commemorativo della marcia su Roma ad un anno di distanza, c'è proprio un errore di questo tipo: lira una, anziché lire una.

A scopo comparativo ecco altri francobolli corretti emessi nello stesso periodo:


La bandiera dimenticata

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27 ottobre 1932, le poste fasciste celebrano la marcia su Roma, a 10 anni di distanza, con una lunga serie (la più lunga della storia filatelica italiana, con 16 valori ordinari, due di posta aerea e due espressi) dai vari soggetti; il valore da 15 centesimi mostra un soldato e, sullo sfondo, una nave in navigazione - che sia in navigazione e non in porto lo si evince dall'acqua, spostata dalla prua. Il problema riguarda la bandiera che è issata sulla prua - in gergo marinaresco si chiama asse del bompresso - che viene sempre ammainata nel momento in cui la nave salpa; nell'illustrazione non dovrebbe, quindi, trovarsi lì.


Commemorazioni bimillenarie

21 ottobre 1930, Virgilio viene ricordato in una bella emissione di 12 francobolli, che commemorano i 2000 anni passati dalla morte del poeta. Virgilio è morto ad Andes nel 70 a.C., e sembra corretto calcolare 70+1930 anni per celebrare il bimillenario di tale avvenimento. In realtà, in base al calendario attualmente in uso, detto computo dionisiaco, l'anno 0 non esiste: dall'anno 1 a.C. si passa subito all'anno 1 d.C. In questo modo, l'emissione per Virgilio sarebbe dovuta essere stampata un anno dopo.

Lo stesso errore è stato commesso per il bimillenario di Augusto, nato il 23 settembre 63 a.C. e commemorato nello stesso giorno (23 settembre) ma del 1937 anziché 1938.

La stele all'ingiù

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La stele Mussolini, un obelisco di circa 17 metri visibile ancora oggi al foro italico di Roma, porta l'iscrizione MUSSOLINI DUX a caratteri cubitali, dall'alto verso il basso. Per qualche strano motivo, sulla serie del 1933 per i giochi universitari internazionali, la stele è stata riprodotta invertendo le lettere; si legge così INILOSSUM XUD


Buenos... uh?

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18 gennaio 1934, altro errore di tipo linguistico per i quattro francobolli celebrativi del primo volo diretto tra Roma e Buenos Aires: la lingua italiana vuole che il nome della città argentina si scriva senza trattino tra le due parole e che "Aires" si scriva con la "i" e non con la "y". Sui francobolli in questione viene invece scritto "Buenos-Ayres".

Da notare che molti bolli di annullamento applicati sulla corrispondenza recano la dicitura corretta.


Banderuole controvento

Dal 1949 e fino al 1952 le poste propagandano la fiera del Levante con francobolli da soggetto diverso ma con alcuni aspetti comuni. Uno di questi è la presenza di una bella caravella, che però si comporta in modo un po' strano. Si resta infatti un po' perplessi nel notare che il vento che gonfia le vele non è invece in grado di far sventolare le banderuole in cime agli alberi, che si muovono nel senso opposto. È un'inesattezza che viene ripetuta in tutti i valori della fiera di Bari, visto che probabilmente, di anno in anno si è provveduto a copiare il disegno della caravella dal francobollo precedente.

Da notare, inoltre, che la sagoma delle navi compare anche nel logo ufficiale della fiera del Levante.

Per vent'anni in più

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Probabilmente Alessandro Rossi, industriale, fondatore del lanificio di Schio, sarebbe stato felice di vivere un ventennio in più e di vedere il ventesimo secolo, ma purtroppo si è spento nel 1898, a Sant'Orso.

Il francobollo che ricorda i pionieri dell'industria laniera e che lo vede affiancato a Gaetano Marzotto, indica invece erroneamente il 1918 come data di morte dell'industriale.


La TV in Italia

25 febbraio 1954, iniziano le trasmissioni televisive in Italia, e il fatto viene celebrato con due francobolli - da 25 e da 60 lire, con un identico soggetto: antenna e televisore all'interno del quale compare una cartina dell'Italia

L'errore sta proprio nella cartina, che evidenzia come territorio italiano anche la penisola d'Istria, in realtà appartenente da anni alla Jugoslavia; si tratta di un errore molto simile a quello del Gronchi rosa, ma in questo caso le poste non ritirarono dalle circolazione i valori emessi; da notare che in Jugoslavia si decise di non accettare le corrispondenze affrancate con questi valori.

Il Sempione

19 maggio 1956, le poste italiane commemorano l'apertura del traforo del Sempione, avvenuta cinquant'anni prima; il disegno è di A.Frailich, ed è zeppo di imprecisioni; i collezionisti si sono divertiti ad elencare queste inesattezze, e anche il catalogo Sassone ne ha citata qualcuna.

  • 1 - Nel traforo sono disegnate due gallerie, mentre in origine ce n'era una sola: la seconda era stata aperta nel 1922 e poiché il francobollo intende rappresentare il passo così com'era nel 1906, la seconda galleria non avrebbe dovuto esserci;
  • 2 - La locomotiva rappresentata è a vapore, ma in realtà la linea ferroviaria del traforo era stata da subito dotata di una linea elettrica; tuttavia, è da segnalare che, all'inaugurazione del primo giugno 1906, il treno reale fu trainato da due locomotive a vapore svizzere a causa di un guasto del locomotore elettrico.
  • 3 - La diligenza rappresentata nel francobollo è stata copiata da un quadro di R.Koller, che però si riferiva alla diligenza del passo del Gottardo;
  • 4 - In Italia i treni tengono la sinistra, mentre il francobollo mostra il convoglio in marcia sulla destra.
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... di nuovo il Sempione

E nel 2006, il Sempione compie 100 anni.

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Si sceglie nuovamente di commemorare l'evento, ma questa volta con un soggetto più astratto, che dovrebbe lasciare meno spazio a possibili errori. Ma la maledizione del valore del 1956 deve essere efficace, visto che c'è un errore anche qui: la bandiera della Svizzera è raffigurata di forma rettangolare, mentre nella realtà deve essere quadrata.


Il semaforo che sembra a testa in giù

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7 agosto 1957, molti collezionisti giudicano errato il francobollo emesso per invitare alla prudenza alla guida: il semaforo dovrebbe segnare il rosso in alto e non in basso. In effetti siamo tutti abituati a vedere i semafori al contrario di come sono rappresentati nel francobollo, ma, in realtà, nel 1957 non era ancora stato introdotto il nuovo codice della strada (del 1960) che, tra le altre cose, voleva tutti i semafori così come li vediamo oggi; nel 1957 ce n'erano ancora molti con il rosso in giù.


Il Gronchi Rosa

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6 aprile 1961, l'autore R.Mura (lo stesso che ha disegnato il francobollo per la prudenza sulla strada) fa l'errore più famoso della storia filatelica italiana.

Leggi i particolari


La Divina Commedia mai stampata

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23 novembre 1972, le poste italiane vogliono commemorare indirettamente il sommo poeta, ricordando le prime edizioni della Divina Commedia, a cinque secoli di distanza.

Tre sono i francobolli emessi, ognuno per una diversa edizione; l'errore riguarda il valore da 180 lire, che si riferisce ad un'edizione di Jesi in realtà mai uscita; quella che si sarebbe dovuta ricordare avrebbe dovuto essere l'edizione di Venezia, stampata nel luglio 1472.


Due errori in una serie...

3 maggio 1982, la 27ª emissione per l'Europa commemora l'incoronazione di Carlo Magno e i trattati di Roma, con due francobolli... entrambi sbagliati!

Il francobollo da 200 lire, dedicato all'incoronazione di Carlo Magno, indica il 799 come data d'incoronazione di Carlo Magno. In realtà le fonti storiche sono concordi nel sostenere che tale incoronazione avvenne nell'800, da parte di Leone III, che l'incoronò imperatore a San Pietro.

Il francobollo da 450 lire, invece, riporta le firme dei trattati di Roma, indicando anche la data del 24 marzo. I trattati di Roma sono stati firmati il 25 marzo.


Il portiere in rosso

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2 maggio 1994, questa volta l'errore è di tipo sportivo e, in effetti, si tratta di una pignoleria: nella pallanuoto i giocatori portano una calottina di colore bianco o blu, a seconda che si giochi in casa o no.

Non esistono altri colori e solo il portiere porta una calottina rossa; il numero su di essa è sempre il nº1. Perciò non esistono calottine rosse con il numero 9; se il giocatore rappresentato non è un portiere, dovrebbe avere una calottina blu o bianca; se il giocatore rappresentato è il portiere, non può avere il numero 9.


Le campane del giubileo

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17 aprile 1999, da qualche anno le poste usano ricordare anche i musei e gli archivi di stato, in quanto parte importante del nostro patrimonio artistico culturale.

Nel 1999 ad essere ricordato, tra gli altri, è il museo storico della campana di Agnone, con un francobollo da 800 lire che raffigura 3 campane; quella in primo piano ha un colore dorato e contiene la scritta "giubileum" anziché "giubilaeum"; questo francobollo non ha acquistato valore nel tempo, visto che non c'è stata nessuna azione volta a limitarne la diffusione.


L'Austria schiacciata

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3 novembre 2000, si commemora Gaetano Martino, uomo politico di spicco nella metà del 1900,sostenitore della federazione europea e uno dei firmatari dei trattati che istituirono la comunità europea; il francobollo ne propone il profilo, insieme ad una cartina che mostra i primi stati membri.

Sembra proprio che i bozzettisti italiani abbiano qualche carenza in geografia : dopo il Perù più piccolo e l'Italia che ingloba l'Istria, questa volta scopriamo che la Germania confina con il nostro paese.

In realtà nel disegno non c'è contatto e l'ombra inferiore inganna un po', comunque la distanza tra Germania e Italia è davvero troppo piccola.

Anche questo francobollo non ha ottenuto lo stesso successo del Gronchi rosa, visto che non si sono presi provvedimenti per correggerlo.