Olimpiadi estive Atlanta 1996
Dal bollettino illustrativo n.20 del 1996
L’emissione di quattro francobolli dedicati al centenario delle olimpiadi moderne rappresenta un omaggio non solo allo sport italiano, che ha partecipato a tutte le edizioni olimpiche, a partire dalla prima del 1896 ad Atene, e un riconoscimento dei principi che ispirano l’olimpismo.
L’idea olimpica, a cento anni dalla rinascita delle olimpiadi, è più che mai viva in tutto il mondo.
Lo testimonia il congresso olimpico del centenario, svoltosi a Parigi dal 29 agosto al 3 settembre 1994 con la partecipazione di tutte le componenti del movimento olimpico mondiale. Alla fine del congresso i partecipanti, avendo constatato che il movimento olimpico è più unito che mai, hanno voluto aggiungere al titolo originario la dizione di “congresso dell’unità”.
Lo testimonia il numero record di paesi – 197 – che parteciperanno alle olimpiadi di Atlanta.
Lo testimonia l’attenzione dell’ONU, anzi il riconoscimento che esso fa del ruolo internazionalista a favore della pace svolto dall’olimpismo. Infatti per ben due volte – in occasione dei giochi invernali di Lillehammer nel ’94 ed oggi per le olimpiadi di Atlanta – ha proclamato la “tregua olimpica” invitando i paesi membri ad astenersi da ogni conflitto in occasione dei giochi.
Il movimento olimpico assume ed esalta dello sport soprattutto i valori che riguardano i rapporti tra le persone e le relazioni tra i popoli: la lealtà, la comprensione e il rispetto reciproci, l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, la pace.
Sotto questo profilo, è incalcolabile il contributo che il movimento olimpico, nei suoi cento anni di vita, ha recato alla migliore comprensione tra gli uomini di ogni razza e nazione, alla distensione e alla pacificazione internazionale.
Certo l’olimpismo agisce sul piano della cultura e dell’etica, perciò la sua azione è meno appariscente e più silenziosa di quella che caratterizza le relazioni politiche e commerciali.
L’universalità del movimento olimpico e delle olimpiadi quadriennali realizza già quell’esperienza del mondo come “villaggio globale”, che il nostro pianeta faticosamente e tra mille contraddizioni si sforza di costruire grazie alle facilitazioni che la tecnologia ha introdotto negli scambi e nelle comunicazioni.
Occorre intensificare i contratti nel nome dello sport e dell’olimpismo, bisogna assumere iniziative positive e coraggiose – come quella del ripristino della “tregua olimpica” – e, soprattutto, occorre operare con rinnovata intensità sul fronte etico della pratica sportiva, diffondendo con intransigenza e promuovendo con forza l’autenticità ideale e la purezza morale dello sport.
Nel futuro del mondo che sta per varcare la soglia del duemila, il movimento olimpico avrà ancora un posto di primo piano e un ruolo eccezionale nella costruzione e nel mantenimento delle intese e dei rapporti di amicizia tra i popoli, se saprà rendere visibile e far valere la forza trainante dei valori dello sport e l’esemplarità contagiosa delle sue pacifiche attività.